Biografia
Biografia
Quarto dei sei figli dell’allenatore di calcio e storico ex difensore del Milan Cesare Maldini (1932-2016) e di sua moglie Marialuisa Mazzucchelli (1935-2016),[23] Maldini si è sposato il 14 dicembre 1994 con l’ex modella venezuelana Adriana Fossa[24] a Villa Borromeo (Cassano d’Adda).[25][26] La coppia ha due figli, Christian (nato il 14 giugno 1996) e Daniel (nato l’11 ottobre 2001),[24] entrambi calciatori e cresciuti nelle giovanili del Milan; il primogenito, anche lui difensore, è attualmente in forza al Lecco, mentre il secondogenito ha esordito come centrocampista offensivo in Serie A con la maglia rossonera il 2 febbraio 2020, seguendo le orme del padre e del nonno, per poi passare in prestito allo Spezia nella stagione 2022/2023[27]; il 6 gennaio 2021 la sua sesta partita coincide con la millesima gara disputata in Serie A con il Milan dai membri della famiglia Maldini, aggiungendosi alle 347 di Cesare ed alle 647 di Paolo.[28]
Negli anni 2000 è stato fondatore e comproprietario, insieme a Christian Vieri, della marca di abbigliamento Sweet Years.[29]
Caratteristiche tecniche
Difensore molto duttile[30] e in grado di calciare con entrambi i piedi,[31] Maldini ha ricoperto principalmente il ruolo di terzino sinistro[32] (nonostante fosse un destro naturale)[33][34] e poi di difensore centrale;[35][36] in carriera è stato utilizzato anche da terzino destro.[35][37] Talento precoce e longevo,[4] era abile nei tackle[2][38] e nel gioco aereo,[2][39] nonché dotato di grande velocità[2][38] e prestanza fisica.[5][30][40] Tecnico,[30][40] corretto[38][41] e carismatico,[30] possedeva inoltre un ottimo senso della posizione e dell’anticipo[41] ed era estremamente efficace anche in fase offensiva.[30][33][38]
Carriera
Giocatore
«In 23 anni di carriera non si è mai allontanato da un senso della morale, del dovere, della fedeltà e dell’etica che ne fanno una delle icone del calcio.»
(L’Équipe nel 2007[42])
Club
Gli esordi e l’approdo al professionismo (1978-1987)
Maldini all’esordio nel Milan e in Serie A, il 20 gennaio 1985 contro l’Udinese al Friuli
Paolo Maldini ha legato la sua intera carriera al Milan, squadra della sua città natale, in cui ha militato dal suo provino del settembre 1978 fino al 2009, seguendo quindi le orme del padre Cesare nel diventare un elemento simbolo della squadra rossonera.[43]
Il 20 gennaio 1985, all’età di 16 anni, venne convocato per la prima volta in prima squadra dall’allenatore Nils Liedholm, nella trasferta in casa dell’Udinese, per l’assenza di Mauro Tassotti. Maldini, con la maglia numero 14, venne collocato in panchina senza avere l’aspettativa di esordire; invece, a causa dell’infortunio di Sergio Battistini, nella ripresa Liedholm decise di farlo entrare in campo.[44] Maldini giocò come terzino destro, suo ruolo naturale, disputando una buona gara e contribuendo al pareggio rossonero.[45] Liedholm, a fine partita, dichiarò: «Paolo ha un grande avvenire».[45]
Maldini in marcatura sull’interista Alessandro Altobelli in un derby di Milano nella stagione 1985-1986
All’inizio della stagione successiva Maldini era già una promessa del calcio italiano e diventò titolare del Milan di Liedholm, «un allenatore perfetto per un ragazzo di 16 anni che si portava dietro un cognome importante».[46] A partire da questa stagione venne schierato come terzino sinistro, ruolo con cui poté sfruttare al meglio le sue doti atletiche.
Si confermò anche nella stagione 1986-1987 nella quale il 4 gennaio 1987, a 18 anni, realizzò il primo dei suoi 29 gol in Serie A in Como-Milan (0-1).[47][48]
L’era Sacchi (1987-1991)
Il palmarès di Maldini iniziò ad arricchirsi con l’avvento di Arrigo Sacchi sulla panchina rossonera. Nell’annata 1987-1988 il Milan vinse lo scudetto, mentre l’anno successivo si impose in Europa, aggiudicandosi, il 24 maggio 1989, la Coppa dei Campioni contro la Steaua Bucarest al Camp Nou di Barcellona. Furono questi due i primi successi della compagine di Sacchi, che anni dopo verrà definita “la squadra di club più forte di tutti i tempi” dalla rivista World Soccer.[49] Maldini, titolare inamovibile di quella compagine, era il più giovane all’interno dell’eccezionale linea difensiva che formava insieme Franco Baresi, Mauro Tassotti, Filippo Galli e Alessandro Costacurta.
Nel 1988 il Milan vinse la prima edizione della Supercoppa italiana, poi, in virtù della vittoria in Coppa dei Campioni, iniziò la stagione 1989-1990 partecipando alla Supercoppa europea e alla Coppa Intercontinentale, entrambe vinte dai rossoneri. Infine, nel 1990, il Milan si aggiudicò nuovamente la Coppa dei Campioni, per la seconda volta consecutiva, battendo in finale il Benfica al Prater di Vienna.[50][51] Nel marzo 1991 il Milan perse a tavolino la sfida di Coppa dei Campioni contro l’Olympique Marsiglia per essersi rifiutato di continuare la gara dopo il momentaneo spegnimento dei riflettori dello stadio Vélodrome[52] e venne squalificato per un anno dalle competizioni europee.[53] Finì così l’era degli Immortali di Arrigo Sacchi, sostituito al termine della stagione da Fabio Capello, già vice di Liedholm e allenatore dei rossoneri dopo l’esonero di quest’ultimo nell’aprile del 1987.[54]
L’era Capello (1991-1996)
Franco Baresi e Maldini con la Supercoppa italiana 1992 appena vinta dal Milan; nel 1997 Maldini erediterà da Franco Baresi il grado di capitano dei rossoneri
Nonostante la transizione vissuta dal Milan, Maldini continuò a trovare continuità d’impiego e un rendimento di alto profilo, contribuendo alla vittoria dello scudetto nell’annata 1991-1992. L’anno seguente il Milan vinse subito la Supercoppa italiana,[55] poi bissò il successo in campionato[56] e approdò in finale di UEFA Champions League contro l’Olympique Marsiglia. In finale, mentre la difesa rossonera era impenetrabile, l’attacco faticò a trovare la via del gol. Nei minuti conclusivi del primo tempo Abedi Pelé entrò in area avversaria e Maldini gli fece carambolare il pallone addosso, ottenendo la rimessa dal fondo; l’arbitro Kurt Röthlisberger, tuttavia, concesse erroneamente il calcio d’angolo che portò alla rete di Boli per l’1-0 finale.[57] In questa stagione, Maldini segnò il suo primo gol europeo, il 21 ottobre 1992 in Slovan Bratislava-Milan (0-1).
Nella stagione 1993-1994, il Milan propose un rendimento sulla falsariga della precedente, conquistando sia la Supercoppa italiana a Washington[58] sia lo scudetto, il terzo consecutivo.[59] Il 18 maggio 1994 andò in scena la finale di UEFA Champions League contro il Barcellona ad Atene. Prima di scendere in campo, sulla carta il Barcellona godeva d’un leggero favore nei pronostici. Ciò era dettato più che altro dalle assenze di Franco Baresi e Alessandro Costacurta, la coppia centrale difensiva del Milan. Capello si vide costretto a schierare al centro della difesa proprio Maldini, in coppia con Filippo Galli. L’esperimento riuscì perfettamente e Maldini giocò una gara eccellente, contribuendo al grande successo per 4-0 dei rossoneri sui blaugrana.[60][61] A fine stagione, Maldini venne insignito del titolo di “giocatore dell’anno” dalla rivista World Soccer per l’annata 1994[62] e si classificò terzo, primo dei difensori, nella graduatoria del Pallone d’oro dello stesso anno.[15]
Maldini in scivolata sul blucerchiato Roberto Mancini nella sfida di campionato del 7 gennaio 1996
La stagione 1994-1995 iniziò con la vittoria della Supercoppa italiana[63], ma si concluse amaramente per i rossoneri. Dopo tre anni di successi, infatti, il Milan dovette rinunciare presto alla lotta per lo scudetto (a fine stagione si classificò solo quarto)[64] e, il 24 maggio 1995, perse la finale di UEFA Champions League contro l’Ajax per 1-0. Nel 1996 il Milan si aggiudicò nuovamente lo scudetto, per la quarta volta in cinque anni.[65]
Gli anni di transizione e il primo scudetto da capitano (1996-2001)
Seguirono anni difficili sia per i rossoneri sia per lo stesso Maldini. Fabio Capello lasciò il posto ad Arrigo Sacchi, di ritorno dopo l’esperienza alla guida della nazionale italiana, per la stagione 1996-1997, in cui il Milan si classificò 11º in campionato, e ritornò alla guida dei rossoneri per l’annata successiva,[54] chiusa in 10ª posizione. Il difensore cambiava continuamente ruolo e, complici anche alcune ricadute, non espresse il meglio di sé in campo.
Dalla stagione 1997-1998 divenne capitano del Milan, ereditando la fascia da Franco Baresi che lasciò il calcio alla fine della stagione precedente. Lo stesso passaggio di testimone era già avvenuto nel 1994 nella nazionale italiana. «Il mio sarà un impegno di grande responsabilità, soprattutto quest’anno perché ci sono tanti giocatori nuovi. Sono comunque felice, ho avuto un grande maestro per 10 anni. Spero di avere preso da Franco qualcuna delle sue doti», commentò il neo capitano del Milan, che avrebbe mantenuto tale ruolo per 12 stagioni, fino al termine della sua carriera.[66]
Nel 1999, guidato da Alberto Zaccheroni, il Milan riconquistò lo scudetto, il primo da capitano per il difensore rossonero.[67] Seguiranno due stagioni concluse rispettivamente al 3º al 6º posto.
L’era Ancelotti (2001-2009)
Maldini alza il trofeo della UEFA Champions League 2002-2003 vinta dai rossoneri in finale contro i rivali della Juventus
Gli anni 2000 segnarono una svolta per la carriera di Maldini e per il Milan, soprattutto grazie agli arrivi dell’allenatore Carlo Ancelotti e del difensore Alessandro Nesta dalla Lazio. Con Nesta, Maldini formava una coppia difensiva ben assortita e che per anni difese la porta rossonera, assieme all’estremo difensore Dida. Alla 28ª giornata del campionato 2002-2003, nel derby Inter-Milan, Maldini venne sostituito per una frattura al setto nasale dopo la gomitata involontaria rifilatagli da Christian Vieri.[68] Nelle partite successive al derby, Maldini indossò per circa un mese una maschera facciale protettiva.[69] Il 28 maggio 2003, all’Old Trafford di Manchester, sollevò la UEFA Champions League a 40 anni esatti di distanza dal giorno in cui proprio suo padre Cesare Maldini si laureò campione d’Europa, anch’egli come capitano del Milan e anch’egli in Inghilterra (a Londra). La Coppa dei Campioni del 2002-2003 fu, inoltre, il primo trofeo materialmente sollevato da Paolo Maldini in qualità di capitano.[70][71] A questo alloro seguì la vittoria della Coppa Italia, ottenuta battendo in finale la Roma. Nella stagione stagione 2003-2004 il Milan vinse il suo 17º scudetto e nell’aprile 2004 Maldini risultò 10º nell’UEFA Golden Jubilee Poll, un sondaggio online condotto dalla UEFA per celebrare i migliori calciatori d’Europa dei cinquant’anni precedenti; il difensore rossonero risultò il secondo calciatore italiano nella graduatoria dopo Dino Zoff.[72][73]
L’annata 2004-2005 vide il Milan vincitore in Supercoppa italiana e finalista in UEFA Champions League contro il Liverpool.[74] Al 1º minuto di gioco della finale di Champions, disputata allo stadio olimpico Atatürk di Istanbul, fu proprio Maldini ad aprire le marcature della partita, realizzando il gol più veloce in un atto conclusivo di Champions League e diventando il marcatore più anziano ad aver segnato nella finale di questa competizione.[75] Prima dell’intervallo, il Milan si portò sul 3-0 grazie alla doppietta di Crespo, ma nel secondo tempo il Liverpool raggiunse i rossoneri sul 3-3 in soli sei minuti di gioco e vinse poi la gara ai rigori, dopo che i tempi supplementari si erano chiusi senza ulteriori reti.[76] Il 25 settembre 2005 Maldini superò il primato di Zoff, giocando per la 571ª volta in campionato:[11] la settimana seguente segnò, contro la Reggina in Serie A, l’unica doppietta della propria carriera.[77] Nella stagione 2006-2007 il Milan si classificò quarto in campionato e raggiunse ancora una volta la finale di UEFA Champions League: il 23 maggio, ancora opposti al Liverpool, come nel 2005, i rossoneri riscattarono la sconfitta di due anni prima, battendo per 2-1 gli inglesi al termine di una partita caratterizzata dalla doppietta di Inzaghi, cui seguì, nel finale, il gol del Liverpool con Dirk Kuijt. La marcatura dell’olandese non impedì al capitano Maldini di sollevare nuovamente, a quattro anni di distanza, la sua quinta Champions League, la settima per il club meneghino;[78][79][80] All’età di 38 anni e 331 giorni, Maldini divenne così, insieme a Francisco Gento, l’unico calciatore ad aver disputato 8 finali della UEFA Champions League,[81] oltre che il vincitore più vecchio della competizione.[82] In precedenza, in occasione di Catania-Milan del 13 maggio 2007 (1-1), Maldini aveva toccato la storica soglia delle 600 partite in Serie A






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